Ragazza che usa il cellulare

I 5 influencer della disabilità

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Diverse sono le persone che ogni giorno combattono in prima linea contro la disabilità e contro la discriminazione da essa derivata; fortunatamente le innovazioni tecnologiche, il cambio di mentalità e di cultura favoriscono un progresso in questa direzione che, seppure non ancora giunto al termine, è sulla buona strada.

Francesco Cannadoro, influencer, autore del blog “diario di un padre fortunato” e papà del piccolo Tommi di 8 anni affetto da disabilità, con le sue pagine social ha conquistato il pubblico grazie al suo punto di vista cinico e sfacciato. A Francesco non piace che la disabilità venga vista come un qualcosa da compatire, ammette anzi che molto spesso l’energia positiva gli viene trasmessa da Tommi, e non viceversa. 

Ha accettato ampiamente la condizione di suo figlio, malgrado le difficoltà, e sostiene che il modo migliore per normalizzare la disabilità sia la comunicazione e il dialogo, a partire dall’infanzia. Infatti spiegare a un bambino la disabilità non come un tabù, può solo favorire il processo di accettazione sociale.

Un’altra influencer che crede nel potere della comunicazione è la simpatica Marina Cuollo, 41 anni di Napoli, laureata in Scienze biologiche e con un dottorato di ricerca in processi biologici e biomolecole. 

In realtà nella vita fa altro, ha scelto di coltivare la sua passione per la scrittura come effetto collaterale della sua spropositata passione per la lettura

Per Marina raccontare storie significa raccontare il mondo, ancor di più se dal suo punto di vista. Durante il TedX di Cuneo sensibilizza sul tema della disabilità e di come questa venga stereotipata nei film, ad esempio il disabile come strumento melodrammatico e scrive libri su come persone disabili facciano cose normali, ad esempio il sesso. Dovevamo immaginarlo

Il tono ironico dell’influencer napoletana si avvicina molto a quello di Nadia Lauricella, nata focomelica in un piccolo paesino in provincia di Agrigento. 

Nadia ha una malformazione degli arti inferiori e non ha quelli superiori. La sua disabilità, soprattutto in età adolescenziale, non le è stata d’aiuto, soprattutto per via della mentalità ristretta a cui ha dovuto far fronte nel piccolo paesino di provincia del sud Italia. 

“Si è disabile due volte” sostiene, la ratio è intuibile. Nadia ha spopolato sui social con il nome di Ironadia_301 usando l’autoironia come arma – si sa – sempre invincibile. Nadia non è solo guarita dalla disabilità attribuitagli, ma adesso aiuta anche gli altri a farlo. 

Che si nasca con una disabilità o la si acquisisca nel corso della vita, la formula è sempre la stessa. Puoi autocommiserarti, oppure puoi rialzarti e andare avanti. 

Così ha fatto Giulia Lamarca, rimasta in sedia a rotelle a causa di un incidente in moto all’età di 19 anni. 

Oggi, a distanza di circa 10 anni, si è affermata come travel blogger con un seguito su Instagram di quasi 300 mila follower, alla faccia di chi, pur in una situazione “di vantaggio”, dice di non avere tempo.

Giulia è la testimonial ideale di una vita che non si spreca, ma che al contrario si gode con ingordigia. Se la vita ti pone un limite, allora tu superalo.

Così han fatto i Fratelli Tercon, alias “terconauti”, che attraverso TikTok hanno raccontato passo dopo passo la storia di Damiano, affetto dalla sindrome di Asperger

Damiano insieme alla sua famiglia ha deciso di andare a vivere da solo (sotto l’assidua e calorosa sorveglianza della sorella Margherita). 

Il suo percorso è diventato virale così come è diventata virale l’idea che tutti possono raggiungere degli obiettivi, se questi li si desiderano ardentemente. 

Come loro, molti altri, ogni giorno combattono contro la disabilità e contro lo stereotipo culturale che verte su di essa e non sempre c’è una pagina instagram o un profilo TikTok a raccontarcelo. Ma quando questo accade possiamo solo mettere da parte i preconcetti e empatizzare con la forza d’animo insita nel raccontare e nel raccontarsi e trarre da essa degli ottimi insegnamenti. 

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