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In un contesto storico in cui i diritti umani sono al centro del dibattito politico e sociale, la 89a Proposta (di iniziativa consiliare) presentata dai consiglieri Virginia Raggi, Paolo Ferrara, Linda Meleo, Daniele Diaco, Antonio De Santis, Riccardo Corbucci e altri, che risulta posta all’Ordine del Giorno dell’Assemblea Capitolina di Roma, rappresenta un passo deciso verso la prevenzione e il contrasto di ogni forma di discriminazione e violenza. La proposta si impegna a combattere le discriminazioni basate su sesso, genere, orientamento sessuale, identità di genere e disabilità, promuovendo una città più inclusiva e giusta. Tuttavia, un’analisi attenta mette in luce lacune significative, evidenziando la necessità di miglioramenti per assicurare una tutela piena ed efficace, soprattutto nei confronti delle persone con disabilità.
La proposta, corredata di ampie premesse, si articola in sei punti chiave, tra cui spiccano l’intensificazione delle attività di prevenzione e contrasto della discriminazione, l’istituzione della Giornata contro l’omobitransfobia e l’impegno a promuovere campagne di sensibilizzazione nelle scuole, nei luoghi di lavoro e nei settori sociosanitari. Il richiamo a normative italiane ed europee, come l’articolo 3 della Costituzione italiana e la Direttiva 2000/78/CE, conferisce solidità al testo, dimostrando un chiaro intento di allinearsi agli standard internazionali in materia di diritti umani. Nonostante queste basi, il testo rischia di risultare incompleto. Sebbene venga citata la disabilità tra i motivi di tutela, la proposta non sviluppa pienamente le peculiarità e le esigenze specifiche delle persone con disabilità, specialmente in contesti di discriminazione intersezionale, dove fattori come il genere o l’orientamento sessuale possono amplificare le difficoltà vissute da questa categoria.
Uno degli aspetti più critici è la mancanza di un riferimento esplicito alla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità (CRPD), adottata nel 2006 e ratificata dall’Italia con la legge n. 18/2009. La CRPD rappresenta uno strumento fondamentale per garantire la piena uguaglianza e la non discriminazione delle persone con disabilità, imponendo agli Stati parte di adottare misure legislative, politiche e culturali per eliminare ogni forma di esclusione. Particolarmente rilevanti sono gli articoli 5 (Uguaglianza e non discriminazione), 8 (Sensibilizzazione) e 22 (Rispetto della privacy), che sanciscono il diritto delle persone con disabilità a vivere libere da discriminazioni, anche in ambiti legati alla sessualità e alla vita familiare. Inoltre, le Osservazioni Generali n. 6 del Comitato CRPD sottolineano la necessità di affrontare le discriminazioni intersezionali, includendo esplicitamente quelle legate all’identità di genere e all’orientamento sessuale.
Per rendere la proposta più inclusiva e coerente con gli standard internazionali, sarebbe necessario integrare le premesse con un riferimento alla CRPD, inserendo esplicitamente il richiamo agli articoli della Convenzione che tutelano le persone con disabilità contro ogni forma di discriminazione, compresa quella basata sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere. Nei punti della proposta, come l’istituzione della Giornata contro l’omobitransfobia e le campagne di sensibilizzazione nelle scuole, sarebbe opportuno evidenziare l’importanza di affrontare le discriminazioni intersezionali che colpiscono le persone con disabilità. Inoltre, le campagne di formazione previste al punto 6 dovrebbero includere moduli specifici per sensibilizzare sul tema delle disabilità in relazione all’identità sessuale, un aspetto spesso trascurato ma cruciale per garantire una vera inclusione.
Un punto che potrebbe generare contrasti politici è rappresentato dalle campagne educative previste nelle scuole. Alcune forze di opposizione nell’Assemblea Capitolina hanno sollevato riserve in passato sull’introduzione di tematiche legate al genere e all’orientamento sessuale nei programmi scolastici. Per favorire una piena convergenza politica, si potrebbe riformulare il linguaggio, enfatizzando il valore universale dell’educazione al rispetto delle differenze e dei diritti umani, nel rispetto delle competenze educative delle famiglie.
La Proposta dei Consiglieri Capitolini è un segnale importante di impegno politico e sociale, ma per essere realmente inclusiva deve colmare le lacune legate alla tutela delle persone con disabilità, integrando riferimenti chiari alla CRPD e affrontando con decisione le discriminazioni intersezionali. Solo in questo modo si potrà garantire che Roma Capitale diventi una città realmente aperta e accogliente, capace di tutelare i diritti di tutti i suoi cittadini, senza lasciare indietro nessuno. Questo impegno risulta ancora più significativo nel contesto dell’Anno Giubilare, con particolare riferimento agli eventi dedicati alle persone con disabilità e alla comunità LGBTQQIA+, che rappresentano un’occasione unica per promuovere inclusione, rispetto e sensibilizzazione a livello globale.
Francesco Alberto Comellini
Componente Comitato Tecnico Scientifico OSPERDI