Inclusione e Accessibilità nell’Alta Formazione (di Francesco Comellini)

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L’inclusione e l’accessibilità rappresentano pilastri fondamentali per promuovere un sistema universitario e della formazione superiore capace di rispondere alle esigenze di tutti, in particolare delle persone con disabilità, disturbi specifici dell’apprendimento (DSA) e bisogni educativi speciali (BES). Il modello AVA3 (Autovalutazione, Valutazione Periodica e Accreditamento) fornisce, tra l’altro, un quadro di riferimento per garantire la qualità e l’accessibilità del sistema accademico, focalizzandosi sull’eliminazione delle barriere fisiche, digitali e culturali¹.

Il tema dell’accessibilità fisica e digitale è uno dei punti cardine per promuovere l’inclusione. La normativa, come la Legge 227/2021² (e i successivi decreti legislativi di attuazione) e il D.Lgs. 82/2022³, enfatizza l’eliminazione delle barriere architettoniche e l’adeguamento delle risorse digitali. A questo si aggiunge l’importanza dello standard WCAG 2.2 (Web Content Accessibility Guidelines), pubblicato nel 2023⁴, che introduce criteri di successo mirati per migliorare l’accessibilità dei contenuti digitali. Questi criteri sono applicabili alla didattica universitaria, soprattutto nell’ambito dell’e-learning e delle piattaforme utilizzate per la gestione del percorso formativo. Non basta garantire la fruibilità degli spazi: è necessario affiancare tali interventi con iniziative che assicurino una personalizzazione dei percorsi formativi. L’offerta educativa deve adattarsi alle specifiche necessità degli studenti, attraverso piani personalizzati che tengano conto delle diverse condizioni, come sottolineato dalle disposizioni della Legge 170/2010⁵. Le piattaforme digitali utilizzate per supportare lo studio e la gestione delle carriere devono essere conformi ai criteri dello standard WCAG 2.2, che rafforzano la necessità di creare ambienti inclusivi e navigabili.

Un ulteriore aspetto cruciale riguarda l’adeguamento delle metodologie e dei materiali didattici per consentire a ogni studente di accedere equamente al sapere. La produzione di materiali in formati alternativi, l’implementazione di strumenti per l’apprendimento adattivo e la formazione del corpo docente sulle pratiche inclusive costituiscono strategie indispensabili. L’adozione di soluzioni tecnologiche che rispettino i requisiti dello standard WCAG 2.2 consente di migliorare l’accessibilità ai contenuti didattici, sia per gli studenti con disabilità sensoriali che per quelli con bisogni specifici⁶.

Non meno importante è il reclutamento di personale universitario attraverso criteri che promuovano la diversità e valorizzino le competenze di persone con disabilità. Questo approccio, previsto dalla Legge 68/1999⁷ e da altre normative connesse, mira a creare un ambiente lavorativo inclusivo e rispettoso delle differenze.

La sicurezza nei luoghi di studio e di lavoro rappresenta un’altra priorità. Le misure di emergenza devono essere progettate per garantire percorsi sicuri per tutti, includendo dispositivi e segnaletica adattati a esigenze specifiche⁸.

Infine, l’innovazione tecnologica e la flessibilità didattica emergono come elementi trasversali per migliorare l’inclusività. Laboratori di co-design, piattaforme adattive e la partecipazione a reti internazionali permettono di integrare metodologie avanzate che rispondono alle esigenze di un corpo studentesco sempre più diversificato.

L’adozione dello standard WCAG 2.2 in tutte le fasi del processo di digitalizzazione della didattica rappresenta un passo fondamentale per garantire un accesso equo e inclusivo⁹.

In sintesi, il sistema universitario italiano, guidato dai principi del modello AVA3, è chiamato a un cambiamento profondo che superi l’approccio tradizionale per abbracciare una visione inclusiva e accessibile. Questo obiettivo richiede non solo un’implementazione rigorosa delle normative, ma anche un impegno culturale e organizzativo che riconosca la diversità come risorsa fondamentale per il progresso sociale ed educativo.

L’inclusione, lungi dall’essere una mera prescrizione, deve diventare il motore di una trasformazione capace di garantire opportunità e dignità per tutti.

Note
1. ANVUR, Linee guida AVA3 (Autovalutazione, Valutazione Periodica e Accreditamento), Rev. 2024.
2. Legge 227/2021, ‘Delega al Governo in materia di disabilità’.
3. Decreto Legislativo 82/2022, ‘Attuazione della Direttiva (UE) 2019/882 sull’accessibilità dei prodotti e dei servizi’.
4. W3C, Web Content Accessibility Guidelines (WCAG) 2.2, pubblicato il 5 ottobre 2023.
5. Legge 170/2010, ‘Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico’.
6. WCAG 2.2, Criteri di successo e linee guida per l’accessibilità digitale.
7. Legge 68/1999, ‘Norme per il diritto al lavoro dei disabili’.
8. Decreto Legislativo 81/2008, ‘Testo unico sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro’.
9. WCAG 2.2, Applicazione ai sistemi educativi e-learning per l’alta formazione.

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