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L’11 luglio 2025 è stato pubblicato il documento redatto dall’Ufficio Studi del Parlamento che sintetizza le 360 proposte di legge in corso di esame nei due rami parlamentari. Il report ha dato avvio a un’analisi rivolta a misurare il grado di attenzione riservato alle tematiche della disabilità e al sostegno ai caregiver familiari.
Tra le 360 proposte in esame, Fratelli d’Italia, principale forza della coalizione di maggioranza, si conferma protagonista con il 28,1 % delle iniziative, un primato che tuttavia non si traduce automaticamente in efficacia su temi specifici come la disabilità, dove le proposte da esse promosse restano ancora marginali; seguono il Movimento 5 Stelle (20,0 %), il Partito Democratico (18,1 %), la Lega (13,3 %) e Forza Italia (9,7 %), mentre le restanti forze e i deputati non iscritti coprono il 10,8 %. Sul fronte dei settori, la distribuzione percentuale evidenzia un’attenzione prevalente a Cultura e Sport (12,5 %), in linea con l’agenda di rilancio post-pandemico e le proposte di sostegno al comparto turistico e ricreativo; seguono Salute (6,9 %), a riflettere le istanze di rafforzamento dei servizi sanitari, Giustizia (5,3 %), coerente con le richieste di semplificazione normativa, Lavoro e Sociale (5,3 %), Istruzione (4,7 %) e Ambiente e Agricoltura (4,7 %), settori prioritari nella strategia di sviluppo sostenibile nazionale e comunitario; con Digitalizzazione, Disabilità ed Economia e Finanze attestate intorno al 2 % e Trasporti e Infrastrutture all’1,1 %, mentre il 52,5 % dei testi restanti si focalizza su interventi localistici o microsettoriali. Questi elementi delineano le priorità politiche e l’orientamento delle forze parlamentari nel processo legislativo.
Il rapporto tra i testi in esame e l’archivio totale delle proposte depositate mette in luce una selezione contenuta: alla Camera dei Deputati risultano 174 atti all’esame sulle 2525 proposte complessivamente depositate, mentre al Senato della Repubblica sono 186 le proposte avviate all’esame su 1600 depositate. Ciò significa che, rispettivamente, il 6,9 % e l’11,6 % dei depositi è oggetto di valutazione parlamentare attiva. Tale limitazione riflette sia i vincoli procedurali imposti dalla necessità di sottoporre i testi a più commissioni competenti sia le strategie di filtro politico, con molti disegni di legge che restano in stand‑by in attesa di priorità definite dalle leadership di maggioranza e opposizione.
Nel dettaglio, la Camera dei Deputati registra una sola iniziativa dedicata ai diritti delle persone con disabilità tra le 174 atti in esame: il disegno di legge C1536, volto a garantire l’accesso agevolato a spettacoli e manifestazioni per le persone con disabilità. Questo scarso numero riflette la complessità decisionale derivante dalla competenza concorrente delle Commissioni Affari sociali e Affari costituzionali, nonché il rallentamento dovuto all’abbinamento con altri testi. Al Senato della Repubblica, che annovera 186 testi in esame, figurano sei iniziative che affrontano esplicitamente tali tematiche: S.236 introduce la figura dell’assistente per l’autonomia e la comunicazione nella scuola; S.647 disciplina l’inserimento lavorativo nelle forme tutelate per soggetti con disturbi dello spettro autistico; S.449 potenzia la mobilità personale per le persone con disabilità; S.946 riconosce la fibromialgia come condizione invalidante; S.1301 regola la pratica sportiva amatoriale; S.1299 propone modifiche costituzionali agli articoli 3 e 38 per ampliare i diritti delle persone con disabilità. In termini percentuali, l’incidenza di tali proposte sulla Camera sfiora lo 0,6 % (1/174), mentre al Senato raggiunge il 3,22 % (6/186), per un’incidenza complessiva dell’1,9 % sui 360 testi in esame.
Per quanto concerne il caregiver familiare, il Comitato ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità accogliendo un ricorso del 2017 di una caregiver familiare italiana, nell’ottobre 2022 ha condannato l’Italia per l’assenza di un quadro normativo strutturato e fissato un termine di sei mesi per l’adeguamento. Il temine è ormai scaduto da oltre due anni. Il Ministro per le Disabilità ha più volte annunciato un intervento normativo tempestivo che tuttavia ancora non risulta depositato, così il disegno di legge C0114 alla Camera — affiancato da testi analoghi quali C0159, C0307, C0344, C0443, C0998, C1426, C1461, C1507, C1682, C1690 e C2007 — resta sospeso senza una calendarizzazione definita. Parallelamente, la proposta unificata sul caregiver familiare, A.S. 1461, avviata in Senato fino all’estate 2020, non ha mai ripreso l’iter, decadendo dopo la fine della XVIII legislatura. Questo prolungato immobilismo non solo vanifica la legge 205/2017, comma 255, articolo 1, ma espone migliaia di famiglie “caregiver” all’assenza di tutela giuridica e potrebbe valere all’Italia nuove censure internazionali.
L’analisi delle fonti di iniziativa mostra che l’iniziativa parlamentare copre l’83,3 % dei testi in esame, mentre quella governativa si attesta al 16,7 %. Questo sbilanciamento è più marcato rispetto a temi sociali come la parità di genere o le riforme del welfare, dove l’apporto del Governo sfiora generalmente il 30-40 %, evidenziando come le questioni sulla disabilità siano ancora considerate marginali nell’agenda governativa e parlamentare. Quanto allo stato procedurale, quasi il 90 % delle iniziative è ancora in prima lettura, meno del 5 % ha raggiunto l’ultimo passaggio in Aula e il restante 6,4 % è nelle letture successive, a indicare un consolidato stadio di avvio rispetto alle proposte ultimate.
Dal punto di vista politico, Fratelli d’Italia emerge non solo per il primato numerico — quattro delle sette proposte dedicate alle disabilità sono a loro firma — ma anche per la significativa presenza all’interno delle Commissioni competenti, in particolare Affari sociali e Affari costituzionali, dove detiene un ruolo di primo piano nella definizione degli indirizzi normativi. Considerando l’assetto numerico post-riforma, con 400 deputati e 200 senatori, emerge che ciascun senatore è responsabile mediamente di 8 depositi contro i 6,31 dei deputati, mentre in termini di iniziative in esame il carico è pari a 0,93 proposte per senatore rispetto a 0,44 per deputato, confermando un coinvolgimento proporzionalmente più elevato del Senato nel processo legislativo.
L’esame dei dati dimostra che, nonostante aperture significative in entrambi i rami parlamentari, le iniziative legislative dedicate alle persone con disabilità costituiscono meno del 2 % dei testi in corso di esame (1,94%) e rappresentano lo 0,17 % rispetto ai 4125 atti depositati nella XIX legislatura, esponendo un’importante discrepanza tra l’iter nazionale e gli standard internazionali.
Le principali raccomandazioni internazionali, che includono l’appello a promuovere l’istruzione inclusiva (SDG 4), a ridurre le disuguaglianze sociali (SDG 10) e a introdurre misure positive non discriminatorie con accomodamenti ragionevoli (General Comment 6 del CRPD), non risultano pienamente integrate nell’iter legislativo nazionale.
Secondo l’“OECD Employment Outlook 2025”, il tasso di occupazione delle persone con disabilità in Italia si attesta al 47%, risultando circa 7 punti percentuali al di sotto della media OCSE (54%), in aperta violazione dell’articolo 27 della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, che garantisce il diritto al lavoro e all’occupazione. Il rapporto raccomanda interventi precoci di reinserimento lavorativo e un sostegno continuo per prevenire l’aggravarsi delle condizioni di salute. I dati ISTAT confermano che il rischio di povertà o esclusione sociale per le famiglie con persone con disabilità, seppur in calo, rimane superiore alla media europea (18,9 % vs. 16,2 %).
Il Programma Nazionale di Inclusione e Lotta alla Povertà 2021‑2027 prevede 40 milioni di euro per l’adattamento degli spazi a favore dell’autonomia delle persone con disabilità e specifici percorsi socio‑lavorativi individualizzati, mentre l’Agenda 2030 individua obiettivi trasversali sul diritto all’istruzione inclusiva (SDG 4), al lavoro dignitoso (SDG 8), alla riduzione delle disuguaglianze (SDG 10) e alla città e comunità sostenibili (SDG 11). Tuttavia, i rapporti ISTAT evidenziano un divario tra queste risorse stanziate e i risultati sul campo, dove i livelli di inclusione e autonomia permangono inferiori alle attese, segnalando la necessità di un impiego più mirato e di meccanismi di monitoraggio che colleghino direttamente gli stanziamenti agli esiti misurabili.
La Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità e i relativi General Comment richiamano l’obbligo di garantire la partecipazione delle organizzazioni di persone disabili (art. 4.3), l’accessibilità universale (art. 9), il diritto all’istruzione inclusiva (art. 24) e alla vita indipendente (art. 19), nonché l’adozione di misure positive e accomodamenti ragionevoli (General Comment 6).
Alla luce di queste evidenze emerge con urgenza la necessità di un presidio normativo organico e coordinato. In molti Paesi europei – ad esempio in Regno Unito e Germania – sono già operative commissioni parlamentari dedicate che, integrando competenze trasversali e consultando stabilmente le organizzazioni di tutela, hanno accelerato l’adozione di misure inclusive e efficaci. Istituire in Italia una Commissione parlamentare trasversale sui diritti delle persone con disabilità significherebbe dunque non soltanto colmare un vuoto legislativo, ma affermare la responsabilità politica di tradurre i princìpi costituzionali e le raccomandazioni internazionali in azioni concrete, garantendo un monitoraggio costante e un dialogo permanente tra istituzioni, Garante nazionale delle persone con disabilità e parti sociali.
Francesco Alberto Comellini
Comitato Tecnico Scientifico – OSPERDI ETS